mercoledì 20 marzo 2013

Bianca come il latte, rossa come il sangue - Alessandro D'Avenia

Finalmente l'ho letto anche io, superando la paura di trovarmi di fronte ad un libro triste, che mi avrebbe spezzato il cuore.
E invece no, è un racconto dolcissimo, illuminato di luce bianca, ma forte e appassionato ... 

E' meraviglioso questo sguardo sull'adolescenza, in tutti i suoi aspetti: quelli brutti, neri, irritanti, che mostrano rapporti tesi, risposte maleducate, fughe, capricci e provocazioni; e quelli belli, che raccontano di passione, di voglia di vivere, di amicizia, di grandi gesti, di solidarietà, di pomeriggi passati al fianco di chi soffre, di scoperta del mondo degli adulti ...

Insolita, ma perfetta, la voce narrante maschile, che mi ha trascinata fuori dai miei ricordi adolescenziali tipicamente femminili per catapultarmi nelle scarpe da ginnastica puzzolenti di Leo, a camminare con lui per un intero anno di scuola. 
Dopo poche pagine, viene già voglia di urlargli: "Stai attento a Silvia! E' innamorata di te!", perchè è chiarissimo, almeno da fuori, ciò che la ragazza prova.
Viene voglia di consigliargli di ascoltare il Sognatore, perchè un po' si invidia Leo per avere una figura adulta così importante al fianco - anche se, a guardare bene indietro, figure così ci sono state anche nella propria adolescenza...ma troppo spesso bersaglio della più violenta ribellione.
Viene voglia di proteggerlo dal dolore che gli causerà lo stare accanto a Beatrice, senza pensare che, invece, questa figura così rossa e così bianca - in una perfetta fusione di colori - sarà una presenza preziosa in un anno di profondi cambiamenti. Leo riesce a cogliere la similitudine fra la "sua" Beatrice e quella che guida Dante nel Paradiso; e proprio come la sua omonima ben più famosa, anche questa giovane donna, ad un certo punto, si ritira in silenzio, sapendo di aver adempiuto il suo ruolo, quello di accompagnare Leo per un pezzo della strada alla ricerca di se stesso. Come un'illusione, o meglio un sogno al mattino, diventa evanescente, non di botto, ma pian piano, staccandosi progressivamente e facendo spazio alla vita vera, concreta, stabile. 

E' un libro che non ha paura della morte ... e, anche per questo, celebra la vita.

Grazie a suor B. di Cittadella Domenicana per avermi convinta a leggerlo!

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